Perchè mangiamo e perchè non lo facciamo

Nel corso della storia l’uomo (quando poteva farsi di questi problemi), si è sempre chiesto quale fosse la dieta più adatta a lui. Vi stupirà sapere quanti trattati sono stati scritti sull’argomento, sin dalle prime epoche storiche. Alcuni dei più vecchi testi che abbiamo ritrovato sono in effetti dei primitivi ricettari, che spiegavano in maniera sintetica e stringata come svolgere alcuni piatti tra i più prelibati dell’epoca.

Principalmente mangiamo perchè spendiamo delle energie per svolgere tutte le nostre attività di base e quindi abbiamo bisogno di qualcosa che ci permetta di restare in moto. Ma ci sono anche motivazioni mentali ben nascoste nel nostro inconscio e che risalgono a quando vivevamo in natura.

Mangiare ci da un piacere che è ben radicato in noi sin da prima che ci configurassimo come umani ed è una parte di noi che rimane legata ai nostri istinti animali e primordiali. Basti vedere come alcuni uccelli marini si radunino in stormi foltissimi durante la stagione della deposizione delle uova da parte dei limuli (granchi reali), passando tutto il giorno in una sorta di frenesia alimentare, prestando poco o nessun interesse al mondo che li circonda. Mangiare ha quindi non solo una valenza fisica, come benessere generale, ma anche una mentale, come sicurezza, approfittare di una situazione favorevole, perchè siamo inconsciamente in competizione con gli altri e perchè il giorno seguente magari non ci sarà più cibo.

In questo senso il cibo ci dà sicurezza. Per questo motivo è estremamente gratificante mangiare. In particolare apprezziamo moltissimo cibi con valori nutrizionali molto concentrati, come pasta, pane, dolci, pizza, ma anche torte salate e carni grasse. Li apprezziamo proprio perchè saziandoci in fretta ci danno molto prima quel senso di appagamento che cerchiamo quando ci mettiamo a tavola. Inoltre certi cibi, soprattutto quelli contenenti tanti zuccheri stimolano aree del cervello che si attivano come quando assumiamo sostanze stupefacenti, creando una risposta del tutto analoga e creando quindi delle dipendenze che fanno continuare la catena.

Altre volte mangiamo quando siamo stanchi, cercando inconsciamente di ricaricare le batterie, quando siamo stressati, per innescare il processo mentale di appagamento e quindi eliminare parte dello stress, quando abbiamo sete, inconsciamente a volte, soprattutto per chi non beve molto, il cibo è un modo di integrare dei liquidi, quando ci sentiamo tristi, per sfruttare l’effetto stupefacente degli zuccheri. Anche per questo motivo la fame tende a passare in periodi di malattia, in quanto spesso, vogliamo mantenere inconsciamente lo stato di malattia per allontanare alcune scadenze, impegni, o per mostrare in giro il nostro disagio.

Un altro grande motivo percui mangiamo è reintegrare delle carenze. Se si ha carenza di una vitamina, di un minerale o via dicendo, il corpo cerca di reintegrarla innescando lo stimolo della fame, che noi inibiamo con cibi altamente energetici e raffinati, che tuttavia non riempiono la lacuna, si entra quindi in un loop.

In conclusione mangiamo per tutti questi motivi e molti altri ancora e non mangiamo semplicemente perchè non ci teniamo a noi stessi, non ci soddisfiamo e vogliamo inconsciamente cercare l’aiuto degli altri, anche quando nel nostro conscio pensiamo di poter fare da soli e di non avere bisogno di nessuno. Quando si è in una condizione del genere, di solito si tende a compesare l’energia non assimilata dagli alimenti risparmiando il più possibile su quella che abbiamo residua, dormendo eccessivamente, passando molto tempo al sole, bevendo molto poco, muovendosi il meno possibile, parlando a voce bassa e non cercando attivamente pretesti per muoversi.

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